In italiano, la frase più semplice possibile è compsota da una sola parola, un verbo: "dormo". In altre lingue, come l'inglese e il toki pona, è necessario specificare un soggetto: "I sleep", "󱤴mi󱤢lape".
Quando il soggetto è solo 󱤴mi o 󱥞sina, è direttamente seguito dal predicato. Negli altri casi, l'inizio del predicato è indicato dalla particella 󱤧li: "󱥆ona󱤧li󱤢lape" ("dorme").
Per aggiungere un complemento oggetto, si usa la particella 󱤉e: "󱤴mi󱤶moku󱤉e󱥋pan" ("io mangio carboidrati").
Soggetto, verbo e complemento oggetto devono essere sempre in questo ordine, e ciascuno necessita la presenza di quelli precedenti. Tutti gli altri complementi, introdotti da preposizioni, si aggiungono alla fine e possono essere in qualunque ordine: 󱤑jan󱤧li󱥌pana󱤉e󱤶moku󱥩tawa󱥞sina󱤬lon󱥭tomo󱥧tan󱥷wile󱥖sama󱥢soweli ("una persona cibo a te nell'edificio a causa della volontà come un mammifero"). Vedremo le preposizioni più nel dettaglio in un'altra sezione.
Per formare un imperativo (un comando o una richiesta), si usa la particella 󱥄o, che si può usare in due modi. Nella struttura più semplice, sostituisce 󱥞sina come soggetto: "󱥞sina󱤢lape" → "󱥄o󱤢lape" ("dormi!"). Altrimenti, può sostituire 󱤧li, e in questo caso non si omette neanche se il soggetto è solo 󱤴mi o 󱥞sina: "󱤴mi󱤢lape" → "󱤴mi󱥄o󱤢lape" ("dovrei dormire").